Lei si considera una musicista di professione o semplicemente
un'appassionata di musica?
Sono una dilettante, la mia e una vocazione. E' successo che
ad un certo punto la musica e diventata la mia occupazione
principale, direi anche il mio mezzo di sostentamento, la
mia professione.(...)
Da dove prende spunto la sua creazione, quali sono i suoi
maestri, in senso diretto e indiretto?
Innanzitutto, c'e una cantante a Mosca, nel cui teatro lavoro
gia da parecchi anni, che si chiama Elena Kamburova. Si tratta
del "Teatro di musica e poesia", che lei dirige.
Certo, anche i cantautori piu famosi, come Vysockij, Kim,
Okudzava, hanno avuto molta importanza per me come per tutta
la cultura russa. Tuttavia nel mio caso ha inciso soprattutto
l'incontro con la poesia di Marina Cvetaeva, con le creazioni
dei poeti del cosiddetto "Secolo d'argento", sui
cui versi scrivo la mia musica. E' la poesia che mi ispira,
possono essere versi di miei amici poeti, oppure possono essere
incontri con poeti gia morti, che faccio attraverso i loro
libri.
I nuovi cantautori, bohemien e professionisti di Elena Frolova
(Intervista di Mara Quadri)
Elena Frolova e una nuova cantautrice russa: fa una musica
non orecchiabile ma di grande suggestione, con sfumature antiche.
Ha una grande estensione vocale che va dal soprano alle intonazioni
profonde, e si accompagna con la chitarra o il gusli, antico
strumento popolare russo che, si dice, discende direttamente
dal salterio di Davide. E' nata 33 anni fa a Riga (Lettonia)
ma e russa; e cresciuta con la madre, insegnante di fisica.
Da quando, a 15 anni, ha ricevuto in dono una chitarra, ha
cominciato a suonare e non ha piu smesso; cosi dopo il liceo
ha lasciato la scuola per dedicarsi totalmente alla musica.
Lei si considera una musicista di professione o semplicemente
un'appassionata di musica?
Sono una dilettante, la mia e una vocazione. E' successo che
ad un certo punto la musica e diventata la mia occupazione
principale, direi anche il mio mezzo di sostentamento, la
mia professione.(...)
Da dove prende spunto la sua creazione, quali sono i suoi
maestri, in senso diretto e indiretto?
Innanzitutto, c'e una cantante a Mosca, nel cui teatro lavoro
gia da parecchi anni, che si chiama Elena Kamburova. Si tratta
del "Teatro di musica e poesia", che lei dirige.
Certo, anche i cantautori piu famosi, come Vysockij, Kim,
Okudzava, hanno avuto molta importanza per me come per tutta
la cultura russa. Tuttavia nel mio caso ha inciso soprattutto
l'incontro con la poesia di Marina Cvetaeva, con le creazioni
dei poeti del cosiddetto "Secolo d'argento", sui
cui versi scrivo la mia musica. E' la poesia che mi ispira,
possono essere versi di miei amici poeti, oppure possono essere
incontri con poeti gia morti, che faccio attraverso i loro
libri.
Lei usa soltanto versi altrui, oppure scrive anche personalmente
i propri testi? Scrivo anche testi miei, ma di solito uso
poesie di altri.
Sul piano musicale da dove trae ispirazione: dalla musica
popolare, o che altro?
Principalmente dai cantautori; non tanto quelli che abbiamo
gia nominato, e che sono conosciuti anche all'estero, ma altri
che vengono chiamati la "seconda ondata", quella
che e venuta dopo di loro. Sono nomi che a voi non diranno
niente, come Aleksandr Mirzajan, Vera Matveeva, Viktor Luferov,
Vladimir Berezkov. Sono venuti subito dopo la generazione
degli anni '60, adesso hanno attorno ai 45 anni. Sono tutti
di Mosca. E poi altri ancora, piu vicini a me come eta. Abbiamo
fondato un'Unione Artistica che si chiama "Az-i-Ja".
Siamo un gruppo di amici, fra cui Aleksandr Derevjagin, Nikolaj
Jakimov, Tat'jana Alesina, oltre a me.
Lei e credente? C'e un episodio, un incontro che lei ricorda
come particolarmente importante nel suo incontro con Dio?
Purtroppo la mia famiglia non era credente. Io sono arrivata
alla fede tramite delle persone estranee, non tramite la famiglia.
Importante per me e stato il ritorno in Russia, infatti sono
nata e cresciuta a Riga. Mia madre era russa, nata in Russia,
ma come molti a quell'epoca era andata a lavorare in Lettonia,
dove sono nata io. Poi, quando hanno incominciato a sorgere
le prime difficolta, abbiamo deciso di tornare in Russia;
questo succedeva nel 1994. Pero non avevamo delle radici,
nessuno da cui tornare, nessun legame con nessun luogo natale.
L'unica cosa che ci chiamava a Mosca era il fatto che io gia
dal 1988 lavoravo al teatro della Kamburova, e vivevo la presso
degli amici; ci ha spinto a trasferirci almeno il fatto che
ci fossero degli amici. Poi nella mia vita e entrata la citta
di Suzdal', come una nuova "sostanza", e questo
ha portato con se molte novita, ha voluto dire tantissimo.
Il fatto e che quando cercavamo un posto dove stabilirci abbiamo
visitato molte citta, come ad esempio Tver'. Poi, per volonta
del destino sono stata invitata a fare uno spettacolo a Suzdal',
e questa citta mi ha conquistata. Come se non bastasse, ho
scoperto per caso che i miei nonni vivevano a pochi chilometri
di li, appena fuori citta. Cosi siamo tornate nella patria
di mia madre, la terra dei suoi genitori. E' capitato casualmente,
ma non succede mai nulla per caso. Diciamo che il nostro ritorno
e stato una cosa naturale. Poi la citta di Suzdal' in se stessa,
con la sua bellezza, col monastero della Protezione della
Vergine e cosi via, mi ha fatto ritornare alla fede e alla
Chiesa.
Lei ha un legame diretto con la Chiesa, ha un padre spirituale?
Vado in chiesa, anche se non spesso come vorrei; un padre
spirituale non ce l'ho. Diremmo che non sono una vera praticante,
perche forse sto ancora cercando, non sono interiormente pronta.
Il motivo e che viaggio molto, e questa vita d'artista richiede
anch'essa concentrazione e ricerca, toglie attenzione, energie
e spazio a quella di fede.
Ascoltando le sue canzoni viene da pensare che la sua musica
costituisca naturalmente una nuova espressione autenticamente
religiosa. Nelle sue canzoni c'e una forte spiritualita, e
tutt'altra cosa dalla musica che va di moda tra i giovani
di tutto il mondo o, viceersa, dalle canzoni religiose per
definizione, che sono in genere palesemente mediocri. E' una
scelta consapevole la sua, o cosi e accaduto senza che se
ne rendesse conto?
Tutto e successo soprattutto dopo il mio ritorno a Suzdal'.
Inoltre c'e stato un altro incontro assolutamente sorprendente
con uno strumento musicale, il gusli: quando ne ho sentito
il suono e stato come una rivelazione, dentro di me qualcosa
si e dischiuso; come si dice in russo, le mie radici hanno
incominciato a fremere e hanno risposto con forza. Da quel
momento mi sono messa a ricercare le canzoni popolari che
sentivo piu vicine. Ho cercato di accostarmi all'ambiente
dei cosiddetti "folkloristi", pero, nonostante siano
gente molto interessante, hanno un loro modo di vivere, si
dedicano a raccogliere i canti tradizionali attraverso le
donne del popolo ancora vive. Ma per quanto questo folklore
sia un materiale ancora vivo, e una cosa che sta passando
e non tornera. E io penso che resuscitarlo, tenerlo in vita
nel senso di riprodurlo non abbia alcun senso; penso invece
che la canzone d'autore, come esplosione creativa, come forza
creativa che si esprime in manifestazioni come il festival
di Grusin sia la vera risposta. Lo sa quanta gente viene a
questo festival, che si fa ogni estate vicino a Samara? Trecentomila,
su un'unica grande radura, tutti insieme; e tutti cantano,
tutti scrivono canzoni. E' una vera esplosione di creativita.
Il festival e dedicato alla memoria di Valerij Grusin, e si
fa da piu di trent'anni. Valerij Grusin era un giovane morto
per salvare dei bambini durante un'inondazione. I suoi amici,
per ricordarlo, si erano trovati in quel campo per la prima
volta, attorno a un falo, per cantare le loro canzoni, anche
se lui non era mai stato un cantautore. E poi il festival
e stato dedicato a lui. Non esiste al mondo un'altra iniziativa
di questa portata. Insomma, la canzone d'autore che li si
manifesta in modo cosi imponente, secondo me oggi ha questa
esplosione incredibile proprio perche nel periodo sovietico
hanno cercato di eliminare questo strato culturale. E' una
forma di creativita che si puo proprio dire popolare; li scrive
canzoni gente di tutti i tipi: uomini d'affari, ingegneri.
Se un tempo potevano essere canzoni di contenuto politico,
di protesta, oggi non lo sono piu, il nuovo genere e la canzone
interiore, dell'anima; e come se gli uomini si stessero risvegliando
e si mettessero a cercare. Naturalmente non si puo dire che
siano tutte belle canzoni, ma e gia importante di per se che
tanti scrivano e cerchino. Nella massa, comunque, ci sono
veramente molte cose interessanti, sia fra i poeti che fra
i musicisti. (...)
Effettivamente, le sue canzoni sono difficili da interpretare
per un altro esecutore...
Sicuramente, questa e un'altra caratteristica di questo genere.
Io e i miei amici di cui dicevo prima, Aleksandr Derevjagin,
Nikolaj Jakimov e Tanja Alesina, stiamo cercando di codificare
questo tipo di canzone, perche anche tra i cantautori oggi
prevale il genere per cosi dire pop; molti dopo essere diventati
famosi, cercano di sopravvivere facendo della musica leggera,
facendo canzoni secondo me di scarso valore, delle canzonette.
Invece tra di noi ci si ritrova per qualcosa d'altro, non
per evasione ma per condividere impressioni, emozioni, per
comunicarci le nostre riflessioni quando rientriamo in noi
stessi. Questo e il nostro genere. Storicamente Elena Kamburova
e stata quella che ha aperto la strada in questo tipo di musica.
(...) Le sue canzoni sono piuttosto difficili per un pubblico
vasto...
Certo, per le vaste platee le mie canzoni semplicemente non
esistono. Questo genere di musica lo faccio innanzitutto per
me stessa e per le persone cui piace. Poi, attraverso il contatto
personale questa cerchia si allarga man mano, ma e sempre
una cosa per pochi. Non e un tipo di musica che possa conquistare
le masse di colpo, si diffonde da una persona all'altra. La
gente viene a un concerto, la volta dopo si porta un amico,
e cosi via. Vede, purtroppo le mie canzoni rendono poco quando
sono registrate su CD, per esempio: e importante sentirle
dal vivo, e una cultura viva che ha biasogno dell'hinc et
nunc. Questa e una buona cosa perche fondamentalmente oggi
la cultura musicale e legata agli studi, alle registrazioni,
alla televisione, e se ne puo fruire restando a casa propria.
La mia musica, invece, mette insieme la gente; fra chi canta
o legge versi e chi ascolta in quel preciso momento si instaura
un legame. Questo rapporto che si instaura e fondamentale
nella musica "da camera", ne fa una cultura vivente.
(...) Nelle sue canzoni e presente in qualche forma la sua
fede, la conversione ha dato qualcosa alla sua musica?
Tutto c'entra. Non ci sono da una parte le canzoni e dall'altra
la vita, tutto e legato, niente sta a se; qualsiasi movimento
dell'anima si riflette nella vita, e tanto piu nelle canzoni.
La fede mi ha dato la speranza, mi ha dato un esito. Sul piano
musicale, direi piuttosto che c'era gia qualcosa sin dall'inizio,
che poi ha ricevuto un nome. L'anima cercava qualcosa e questo
qualcosa e apparso, ma c'era stato sin dal primo momento.
Lei pensa che l'arte in quanto tale sia per sua natura religiosa,
anche se non possiede il nome di Dio?
Certamente, senza questo legame non potrebbe esistere nessuna
grande opera d'arte, nessuna grande poesia o quadro, niente.
Senza questa luce interiore non ci sarebbe l'arte.
E' vero anche per i suoi amici che non sono credenti?
Non potrei davvero chiamarli non credenti... Lei capisce in
che periodo storico sono cresciuti? Una cosa e crescere in
una famiglia che sin dall'inizio ti da un credo, che poi diventa
per te un fondamento irremovibile; un'altra e invece seguire
la propria strada da soli, cercando di capire tutto da se.
Per far questo bisogna essere innanzitutto onesti; bisogna
andare avanti a tentoni, senza una rivelazione interiore,
senza un richiamo. Per i miei amici la parola fede non ha
senso. Loro sono persone innanzitutto oneste, con se stessi
e con Dio. Possono non chiamarlo Dio, ma per tutti loro e
ben presente, altrimenti non potremmo stare insieme. Poi basta
sentire le loro voci, le loro canzoni, per accorgersi con
certezza che questa presenza c'e. Almeno a me risulta evidente.
E penso che se lo sento io, lo possa percepire chiunque, anche
se certe volte e impossibile esprimerlo a parole. Ma forse
delle parole non c'e neanche bisogno, infatti se qualcosa
e chiaro senza parole a che pro dirlo? Un avvenimento interiore
si svilisce quando si cerca di spiegarlo. Ad esempio quando
si cerca di spiegare con le proprie parole la musica, la poesia,
Dio. Perche crede che anche nella preghiera esista un canone
ben preciso? In qualche modo anche questo ha a che fare con
la musica e la poesia, almeno come le intendo io. Solo alle
canzonette bastano delle parole qualsiasi e un po' di ritmo.
Quelle: http://www.russiacristiana.org/ne1_2003/frolova.htm
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